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Storie Volanti. Lazzi e fattacci cantati in Val di Sieve

by Associazione La leggera

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Cary Christian
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Cary Christian Authentic and fun Favorite track: I' fattaccio di Galiga.
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about

Questa pubblicazione è nata con l’intento di fare una prima raccolta di storielle buffe e fattacci [1] diffusi nelle piazze e nelle case da poeti e cantastorie, poi trapassati ed entrati a far parte, arrivando fino ai nostri giorni, dei repertori di canto di singole persone e famiglie tuttora residenti in Val di Sieve. Gli esecutori presenti in questi due cd sono quindi di età varie e con vissuti ed esperienze lavorative differenti: dai servizi sociali all’agricoltura, dal settore culturale all’artigianato, dalla scuola ai lavori pubblici, dal lavoro impiegatizio all’allevamento. Tutte persone che assieme a molte altre, attraverso l’operato dell’Associazione Culturale La leggera, da tempo collaborano in vario modo nella ricerca, pratica e diffusione del patrimonio e dei linguaggi della cultura orale locale, e che, per trasmissione diretta o indiretta, con molteplici motivazioni cantano e ricantano le storie qui proposte. Oltre a quelle ricordate ve ne sono due di composizione odierna; recentissima è la stampa di tredici fogli volanti [2] allegati. Le illustrazioni sono state affidate a tre disegnatori contemporanei: Luca di Castri, Giorgio Distefano e Filippo Marranci, i quali dopo aver esaminato centinaia di fogli originali di diverse tipologie, hanno tentato una mediazione tra i loro personali stili di disegno e le principali caratteristiche compositive e decorative che rendono i fogli volanti riconoscibili come tali. Soltanto uno fa eccezione: “È l’undici di notte e l’aria è scura” (brano 8) perché, se non era un problema illustrare lazzi e fattacci, è sembrato inimmaginabile restituire con un disegno un simile lamento d’amore quale appare questo canto.

Localmente vi erano almeno due categorie di autori e cantori di storie: da un lato i contadini (per lo più mezzadri) che all’occasione gareggiavano con altri nell’improvvisazione in ottava rima e di tanto in tanto componevano sia storie in ottave che in sestine o quartine con aria da cantastorie [3], spesso fatte stampare in opuscoli e fogli volanti, che diffondevano soprattutto attraverso le veglie in casa e le feste ricorrenti più importanti; dall’altro i venditori ambulanti di lunari, lamette, sapone da barba, brillantina, pastelli e blocchetti da disegno che, come i primi, erano anche loro poeti estemporanei e di scrittura in ottava rima e componevano e stampavano storie buffe e fatti di cronaca da vendere insieme all’altra merce, soprattutto nei mercati e nelle fiere della zona. Luoghi d’incontro tra contadini e venditori ambulanti, quasi esclusivamente per sfidarsi nell’improvvisazione in ottava rima, erano le botteghe, le osterie e le stesse piazze di fiere e mercati. I cantastorie sono stati presenti assiduamente nelle piazze della zona fino alla fine degli Anni ’60, quando i mezzi di comunicazione contemporanei ne hanno compromesso la funzione. Ciò nonostante molti poeti e cantastorie hanno continuato la loro attività, in forma privata, per tutta la vita (alcuni fino alle soglie del 2000). Gli ambulanti, poeti e cantastorie Gino Ceccherini (abitante a Rovezzano), Elio Piccardi [4] (di Castelfranco di Sopra) e Bruno Pirgher [5], detto “il Canterino” (residente alle Gualchiere di Remole), autori di numerosi componimenti tra storie e contrasti, erano presenza costante nei mercati settimanali di Pontassieve e Rufina. In particolare Ceccherini e Piccardi incisero molte composizioni su dischi vinile 45 giri che poi vendevano sempre nei mercati. Secondo il racconto di Giuseppina Rettori di Dicomano, anche il celebre cantastorie bolognese Marino Piazza avrebbe frequentato talvolta i mercati settimanali di Dicomano e Rufina. Giuseppe Bertini di S. Brigida, detto “i’ Cecioni” e di mestiere procaccia [6], è l’autore della composizione in ottave: “Ricordo dell’apparizione della Madonna del Sasso” stampata in foglio volante [7]. Suo figlio Piero, poeta e di mestiere pollaiolo, ne diffuse una sua variante per le case coloniche della zona [8], e a sua volta sarebbe l’autore, secondo i familiari e altri testimoni di Doccia e Fornello, della composizione in sestine sul terribile “Fattaccio di Galiga” qui pubblicata (brano 3). Giuseppe Giaconi, contadino di Bibbiano, poeta e cantastorie, autore di una composizione in ottave sul passaggio della guerra e sui danni del fascismo, fu testimone di una vicenda molto particolare: domenica 13 maggio 1945 si trovava al Santuario del Sasso per la tradizionale Festa della seconda di maggio o Festa del dono, uno fra gli appuntamenti rituali più partecipati della zona, proprio per condividere la sua storia/denuncia con i numerosi avventori, all’indomani della Liberazione. A metà cantata incrocia lo sguardo di disapprovazione del maresciallo dei Carabinieri di Molino del Piano, Carmine Zuddas, lo stesso che pochi istanti dopo sarà ucciso insieme al figlio in una sparatoria con i partigiani del Gruppo di Pontassieve, capitanati da “Baffo” o “Bube”, fatto in seguito riportato dallo scrittore Carlo Cassola nel famoso romanzo: “La ragazza di Bube”. Faustino Tarchiani, contadino di S. Piero a Strada, poeta di scrittura e di bernesco [9], compose una storia in ottave sulla deportazione in Germania dei propri figli e ne diffuse un’altra, stampata in opuscolo volante, dal titolo: “Al primo volatore del cosmo Gagarin”. Per ultimo, ma non per questo meno importante, occorre ricordare il cantastorie e poeta estemporaneo Aldo Fezzi, detto “Giubba”, molto apprezzato e tuttora rammentato a Dicomano.

Per rendere l’idea del fitto calendario di mercati e fiere storiche del territorio, senza contare le feste e ovviamente le veglie in casa, attraverso cui hanno sicuramente circolato un numero infinito di storie cantate per lungo tempo, proviamo a fare due semplici elenchi: tra i mercati settimanali ricordiamo quello del mercoledì a Pontassieve, del giovedì a Pelago, del sabato a Dicomano e del martedì a Rufina (poi domenica e oggi sabato pomeriggio). Tra le fiere per la compravendita del bestiame e di merci in genere (alcune scomparse e molte trasformatesi nel tempo) occorre invece menzionare a Pelago quelle del penultimo giovedì di Carnevale, del 24 agosto per San Bartolomeo (detta anche Fiera del cocomero) e dell’11 novembre per San Martino (detta Fiera fredda); a Dicomano quella del primo sabato di maggio e la Fiera d’ottobre; a Rufina del penultimo lunedì di Quaresima, il secondo lunedì di luglio e il terzo di settembre; a Pontassieve quella di San Lorenzo, il 10 agosto (che era dedicata soprattutto ai pannilani); infine l’ultimo lunedì d’agosto, nei pressi del Passo del Muraglione che conduce in Romagna, l’alpestre Fiera de’ poggi (detta anche a Pratiglioni o a le Prata, a Pianottoli e a Pratoni), occasione d’incontro e scambio tra romagnoli e toscani prima della transumanza in Maremma.

Rufina, aprile 2010

[1] In Toscana per fattacci generalmente si intendono i fatti di cronaca messi in canto.

[2] Dall’invenzione della stampa in poi esistono molte tipologie di opuscoli e fogli volanti. Nello specifico si fa riferimento a quelli più diffusi secondo l’uso fatto dai cantastorie: generalmente i fogli erano singoli e stampati su carta “mezzofino”, raramente su fronte retro, con testo del canto e spesso una o più illustrazioni disegnate, le misure variavano da un formato simile all’A4 alle dimensioni di un manifesto; gli opuscoli erano sempre stampati su carta leggera in più pagine ma con dimensioni più piccole, simili a una foto 10 x 15 cm, con testo del canto e assai di rado illustrazioni.

[3] Ceppo di arie melodiche, diverso da quelle usate per il canto in ottava rima, tipiche delle composizioni che narrano fatti in sestine o quartine.

[4] Per approfondimenti sulla vita e l’attività dei due poeti vedere di Alessandro Bencistà: (a cura di) “I poeti del mercato – Raccolta di contrasti in ottava rima dei poeti estemporanei Gino Ceccherini e Elio Piccardi”, ed. Studium editrice, Radda in Chianti 1990, da pag. 52a pag. 55 si cita il testo del brano qui inserito in traccia 12; e “L’ambulante scuola – Poesia popolare ed estemporanea in Toscana”, ed. Semper, Firenze 2004.

[5] Per approfondimenti sulla vita e l’opera di B. Pirgher vedi l’articolo di F. Marranci: “L’Arno trabocca... Un racconto autobiografico su Le Sieci e dodici ottave sull’alluvione del 4 novembre 1966 del cantastorie e poeta Bruno Pirgher, detto Il Canterino” in rivista annuale “Toscana Folk” n° 15, Ed. Centro studi sulle tradizioni popolari toscane, Scandicci 2010.

[6] Il procaccia si occupava di recapitare mercerie, pacchi e in genere di fare commissioni.

[7] Una copia è tuttora conservata nella casa del sagrestano presso l’Oratorio - Santuario della Madonna delle Grazie al Sasso a S. Brigida.

[8] Si tratta de “L’apparizione della Madonna a i’ Sasso” pubblicata in Associazione Culturale La leggera (a cura di) “A veglia a Campicozzoli – Canti e sonate nelle valli della Sieve e del Sasso”, ed. Nota, collana Geo-Sounds of the earth, Udine 2003, CD 442, cd traccia 4.

[9] Altro modo per definire l’improvvisazione estemporanea in ottava rima.

credits

released April 30, 2010

Registrazioni audio: Fabio Magistrali, Podere "La piana" (Comune di Pontassieve), aprile 2009
Missaggio e masterizzazione audio: Fabio e Marco Magistrali
Testi descrittivi: Filippo Marranci
Progetto grafico: Barbara Carboni

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Edizioni La Leggera Tuscany, Italy

"La leggera" è un’associazione che ha sede nel Comune di Rufina, Toscana (Italia). Si occupa di cultura immateriale in Val di Sieve e Casentino, attraverso la ricerca, la documentazione, lo studio, l’apprendimento, la pratica e la diffusione dei linguaggi della musica, della danza, del canto, della narrazione, dell’immagine e del teatro di tradizione orale, di origine contadina e artigiana. ... more

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